lunedì 8 dicembre 2008
Iran: una nazione di blogger
sabato 11 ottobre 2008
In Giappone spopolano i romanzi per cellulare
“Provo ora, per la prima volta a leggere un romanzo per cellulare. Sul dislapy del mio telefonino appaiono frasi molto brevi, una o due parole, non di più. Poi si va a capo.
Traduco la prima pagina:
Sono
Aki
Anni?
23
Be’ quest’anno 24
Ragazzo?
be’
Naturalmente
Ce l’ho
cioè
Come potrebbe essere che non ho un ragazzo
"mitaina"
Un ragazzo
è naturale
Be’
Sto uscendo con lui
"mitaina"
Fine della prima pagina
Il romanzo continua con frasi interrotte e intercalando la parola"mitaina". In rete molti si prendono beffa di questo particolare modo di parlare, l’ "Atashi Kanojo”, come viene chiamato. Esiste, per esempio, un sito "Atashi", che consente di tradurre il proprio blog in lingua "Atashi Kanojo", e che ti accoglie, naturalmente, con la parola "mitaina".
Non penso ci sia una traduzione per "mitaina", dal momento che non significa niente, probabilmente serve solo per chiudere le frasi. Qualcuno sembra che abbia contato quanti "mitaina" compaiono nel romanzo e pare che in 423 pagine ci siano ben 210 "mitaina".
Ma c’è qualcuno a cui piace questo stile, che ritiene che dà ritmo allo scritto ed è in sintonia con il tipo di storia – alcuni blogger scrivono addirittura che hanno versato lacrime vere leggendo il romanzo.
Comunque, che piaccia o no, i romanzi per cellulari si stanno diffondendo così tanto che non è più possible ignorarli.
martedì 7 ottobre 2008
grande fratello o tutti amici?
A questo punto non so se essere felice di questo essere tutti connessi oppure un po' preoccupati.
Di primo acchito mi viene da essere contenta. Bello rimanere in contatto, ritrovarsi, conoscersi, un po' meno sapere che c'è sempre qualcuno in qualunque momento che può farsi i fatti tuoi.
sabato 17 maggio 2008
Il blog per diffondere la cultura aymara in Bolivia
Cristina Quisbert fa parte di Voices Bolivianas, un progetto di giornalismo partecipativo che ha l'obiettivo di promuovere l'uso dei nuovi media nella comunità aymara di El Alto in Bolivia. Un dei tanti in giro per il mondo, molti dei quali sono raccolti e finanziati da Rising Voices Online, un progetto voluto dall'Harvard Law School’s Berkman Center for Internet and Society,. In questo video interviene alla WeMedia Conference, che si è tenuta a Miami lo scorso febbraio, raccontando l'importanza e il significato che ha per lei scrivere un blog. “Se non scriviamo noi di noialtri chi lo farà?". In Bolivia gli indigeni sono il 62% eppure non sono mai stati rappresentati dai media tradizionali. "Loro – i bianchi -" spiega ancora Cristina "scrivono delle loro cose e di questa terra. Ma anche noi facciamo parte di questa terra ed è per questo che voglio raccontare gli indigeni, la vita quotidiano nella mia città, El Alto, che forse agli altri può sembrare molto semplice. Storie quotidiane come quella della padrona di un negozio del mio quartiere alla quale abbiamo ancora la fortuna di poter chiedere un prestito. Questo è quello che scrivo nel mio blog
sabato 10 maggio 2008
L'AIDS una piaga anche nei paesi arabi
Qualche settimana fa guardavo un programma sulla TV araba Al-Jazeerah. Trattava della diffusione dell’AIDS e delle altre malattie trasmesse per via sessuale nel mondo arabo. Il conduttore in maniera intelligente ha tentato di trattare questo argomento dal punto di vista religioso, invitando un ospite esperto sia di medicina sia di religione. L’AIDS è in aumento in tutto il mondo arabo. Nessuno lo ammette ma è così. Noi tutti sappiamo come l’HIV si tramette e sappiamo che è importante praticare sesso sicuro.
Ma non è questo che mi ha incuriosito del programma. Quello che ha catturato la mia attenzione è che l’HIV e le malattie trasmesse sessualmente sono in aumento tra le coppie sposate e non più soltanto tra gli omosessuali. L’ospite, esperto in epidemiologia e in malattie infettive, ha affermato che lui stesso ha conosciuto moltissime coppie eterosessuali colpite dall’AIDS e che, tra l’altro, non sono mai comparse nelle statistiche ufficiali. Nel 99% dei casi è la donna che viene infettata dal marito. Un uomo che ha avuto un rapporto extra coniugale non protetto con altre donne o altri uomini. Un uomo che ritorna da un viaggio di affari, o da un serata passata fuori casa, e offre a sua moglie un bacio di morte. Questo argomento è coperto da silenzio nel mondo arabo. Si dice: “noi musulmani non facciamo certe cose” e se qualcosa trapela è meglio “buttare tutto sotto il tappeto, e non lasciare che qualcuno sappia qualcosa”. Il muro della tradizione e della cultura è talmente spesso che è quasi impossibile parlare in pubblico di queste malattie senza essere accusati di volgarità e immoralità.
E nel frattempo le vittime dell’AIDS muoiono in silenzio, rinchiuse in stanze isolate e coperte da colpa e vergogna.
lunedì 21 aprile 2008
Un ex vescovo cattolico alla guida del Paraguay
Domenica scorsa Fernando Lugo, vescovo sospeso dalla Chiesa cattolica e vicino alla teologia della liberazione, ha vinto le elezioni presidenziali in Paraguay. Con quasi il 41 per cento di voti contro il 31 attribuiti a Blanca Ovelar , la candidata del partito conservatore Colorado del presidente uscente Nicanor Duarte, Lugo ha posto fine a 61 anni di di potere del partito della dittatura e dell’ambigua transizione verso la democrazia cominciata nel 1989. Molti bloggerr paraguayani hanno salutato con favore la vittoria di Lugo, la cui campagna elettorale era stata incentrata su ulla lotta alla corruzione e alla povertà, come Nelson Zapata, che dalle colonne di ABC Digital blog scrive questo post intitolato “grazie Nicanor”.
Molti fino all’ultimo credevano impossibile una sconfitta del Partito Colorado per la losca maniera di operare dell’apparato statale e per la compravendita dei voti. Fino all’ultimo si è tentato di spaventare la gente affinchè non andasse a votare, minacciando che ci sarebbero state violenze e attacchi nei supermercati se avesse vinto LUgo. A tutta questa gente, a tutti quelli che speravano nelle frodi e nella corruzione, a quelli che speravano di contanuare a umiliare la nostra gente, comprando le loro schede per pochi soldi, il popolo ha dimostrato che è degno e che vuole costruire un paese diverso.
L’avversaria di Lugo Blanca Ovelar, invece, ha dato una lezione di dignità riconoscendo il trionfo del partito di Lugo, e brindando al popolo. Essa sa bene che questa gente non ha votato contro di lei. Non ha votato nemmeno contro il partito Colorado, ma contro quelle persone che senza alcuna vergogna pretendevano di nascondersi dietro di lei per continuare ad arricchirsi alle spalle del Paraguay
venerdì 11 aprile 2008
I ragazzi di Nata Village
Nata è un piccolo villaggio della Botswana di circa 5000 abitanti molti dei quali ammalati di AIDS. Con un 37% della popolazione affetto dall’infezione, il Botswana è il secondo paese più colpito dal virus di tutta l’Africa, e la percentuale cresce tra gli abitanti di Nata, dove, ad esempio, l’epidemia ha lasciato ben 400 bambini orfani. Grazie all’iniziativa di Jon Rawlinson, turista americano e web designer, il villaggio di Nata ha un blog dal luglio scorso attraverso il quale Melody Jenkins, una volontaria americana, Martha Ramaditse, abitante di Nata e Seloma Tiro, Presidente del Nata AIDS and Orphan Trust, raccontano la lotta degli abitanti contro la malattia. “Milioni di dollari” si legge sul blog “piovono sull’Africa alle grandi associazioni ma gli abitanti dei villaggi africani più remoti raramente beneficiano di tutta questa generosità”. Per raccogliere denaro ma anche per raccontare dove va a finire Jon e Melody hanno deciso di aprire il blog attraverso il quale, tuttavia, vogliono soprattutto far conoscere gli abitati di Nata e le loro storie. Ne emerge uno straordinario e unico ritratto della vita quotidiana di un semplice e sperduto villaggio africano e soprattutto un diario della sua gente, come si evince, ad esempio, da questo post pubblicato qualche giorno fa.
“I ragazzi a Nata, giocano con le gomme delle macchine. Vince chi fa correre la gomma più veloce. I bambini, a Nata, sono molto creativi quando giocano. E questo va molto bene, ma sarebbe importante che, qualche volta, potessero sperimentare cosa significa giocare con un gioco vero. Il nostro donatore canadese Bob, fotografato vicino a loro, gli ha regalato palloni e frisbees e loro sono stati entusiasiti e si sono divertiti un mondo. Grazie a tutti i donatori che aiutano a mettere il sorriso sul volto di questi bambini”.
In altri post i tre autori raccontano gli sforzi della clinica di Nata, alla quale si rivolgono non solo gli abitanti del villaggio ma anche quelli dei dintorni arrivando a coprire un bacino di utenza di 12.000 persone.
“Siamo fortunati alla clinica di Nata perche abbiamo il test rapido sulla malaria. Siamo ormai alla fine della stagione e possiamo affermare che quest’anno siamo stati abbastanza fortunati, perchè non si è ripetuta l’epidemina di due anni fa. L’ufficio della salute ambientale ha fatto un gran lavoro: spruzzando lo spray anti- zanzare prima dell’inizio della stagione ha sicuramente ridotto il diffondersi della malattia”.
mercoledì 2 aprile 2008
Un mondo 2.0
Parlerò quindi di persone, di paesi, di cambiamento, di ottimismo e anche di felicità.
Quella felicità intesa come la intende Luca De Biase nel suo libro "Economia della felicità" che sintetizza bene quello che secondo me offre la rete in questo momento: democrazia, opportunità, altruismo (come dice De Biase la gente dona il suo tempo e le sue conoscenze agli altri attraverso la rete) e sono sicura che tutto questo parlare, condividere, e sentire non potrà che portare a qualcosa di buono. Un segnale di forte cambiamento e di ottimismo in un mondo che, invece, sembra sempre più essere dominato da problemi e paure.
Il mondo 2.0 quindi non è il mondo che vorrei ma il mondo che credo sia già in essere. Proverò attraverso questo blog a raccontarlo.