lunedì 21 aprile 2008

Un ex vescovo cattolico alla guida del Paraguay


Domenica scorsa Fernando Lugo, vescovo sospeso dalla Chiesa cattolica e vicino alla teologia della liberazione, ha vinto le elezioni presidenziali in Paraguay. Con quasi il 41 per cento di voti contro il 31 attribuiti a Blanca Ovelar , la candidata del partito conservatore Colorado del presidente uscente Nicanor Duarte, Lugo ha posto fine a 61 anni di di potere del partito della dittatura e dell’ambigua transizione verso la democrazia cominciata nel 1989. Molti bloggerr paraguayani hanno salutato con favore la vittoria di Lugo, la cui campagna elettorale era stata incentrata su ulla lotta alla corruzione e alla povertà, come Nelson Zapata, che dalle colonne di ABC Digital blog scrive questo post intitolato “grazie Nicanor”.

La grande maggioranza dei paraguiani ha detto no agli insulti, alla grossolaneità, alla bassezza e soprattutto: no alla corruzione e alla mafia. E’ stata una grande lezione di dignità del popolo paraguayano perchè ieri abbiamo dimostrato che vogliamo vivere in democrazia e in un paese differente.

Molti fino all’ultimo credevano impossibile una sconfitta del Partito Colorado per la losca maniera di operare dell’apparato statale e per la compravendita dei voti. Fino all’ultimo si è tentato di spaventare la gente affinchè non andasse a votare, minacciando che ci sarebbero state violenze e attacchi nei supermercati se avesse vinto LUgo. A tutta questa gente, a tutti quelli che speravano nelle frodi e nella corruzione, a quelli che speravano di contanuare a umiliare la nostra gente, comprando le loro schede per pochi soldi, il popolo ha dimostrato che è degno e che vuole costruire un paese diverso.

Nicanor si è rifugiato nel palazzo del governo, dove starà fino alla fine di agosto quando scadrà il suo mandato. Se ne va con il triste merito di aver portato alla rovina il Partido Colorado, e di aver rebajado la investidura de Presidente de la Nación Paraguaya hasta convertirse en un seccionalero petulante, bocón y ordinario (non riesco a tradurlo se tra voi c’è qualcuno che sa lo spagnolo benvenga altrimenti tagliatelo pure).
L’avversaria di Lugo Blanca Ovelar, invece, ha dato una lezione di dignità riconoscendo il trionfo del partito di Lugo, e brindando al popolo. Essa sa bene che questa gente non ha votato contro di lei. Non ha votato nemmeno contro il partito Colorado, ma contro quelle persone che senza alcuna vergogna pretendevano di nascondersi dietro di lei per continuare ad arricchirsi alle spalle del Paraguay

venerdì 11 aprile 2008

I ragazzi di Nata Village

Nata è un piccolo villaggio della Botswana di circa 5000 abitanti molti dei quali ammalati di AIDS. Con un 37% della popolazione affetto dall’infezione, il Botswana è il secondo paese più colpito dal virus di tutta l’Africa, e la percentuale cresce tra gli abitanti di Nata, dove, ad esempio, l’epidemia ha lasciato ben 400 bambini orfani. Grazie all’iniziativa di Jon Rawlinson, turista americano e web designer, il villaggio di Nata ha un blog dal luglio scorso attraverso il quale Melody Jenkins, una volontaria americana, Martha Ramaditse, abitante di Nata e Seloma Tiro, Presidente del Nata AIDS and Orphan Trust, raccontano la lotta degli abitanti contro la malattia. “Milioni di dollari” si legge sul blog “piovono sull’Africa alle grandi associazioni ma gli abitanti dei villaggi africani più remoti raramente beneficiano di tutta questa generosità”. Per raccogliere denaro ma anche per raccontare dove va a finire Jon e Melody hanno deciso di aprire il blog attraverso il quale, tuttavia, vogliono soprattutto far conoscere gli abitati di Nata e le loro storie. Ne emerge uno straordinario e unico ritratto della vita quotidiana di un semplice e sperduto villaggio africano e soprattutto un diario della sua gente, come si evince, ad esempio, da questo post pubblicato qualche giorno fa.

“I ragazzi a Nata, giocano con le gomme delle macchine. Vince chi fa correre la gomma più veloce. I bambini, a Nata, sono molto creativi quando giocano. E questo va molto bene, ma sarebbe importante che, qualche volta, potessero sperimentare cosa significa giocare con un gioco vero. Il nostro donatore canadese Bob, fotografato vicino a loro, gli ha regalato palloni e frisbees e loro sono stati entusiasiti e si sono divertiti un mondo. Grazie a tutti i donatori che aiutano a mettere il sorriso sul volto di questi bambini”.

In altri post i tre autori raccontano gli sforzi della clinica di Nata, alla quale si rivolgono non solo gli abitanti del villaggio ma anche quelli dei dintorni arrivando a coprire un bacino di utenza di 12.000 persone.

“Siamo fortunati alla clinica di Nata perche abbiamo il test rapido sulla malaria. Siamo ormai alla fine della stagione e possiamo affermare che quest’anno siamo stati abbastanza fortunati, perchè non si è ripetuta l’epidemina di due anni fa. L’ufficio della salute ambientale ha fatto un gran lavoro: spruzzando lo spray anti- zanzare prima dell’inizio della stagione ha sicuramente ridotto il diffondersi della malattia”.


mercoledì 2 aprile 2008

Un mondo 2.0

Questo blog eredita il contenuto di due anni non molto intensi e a volte un po' superficiali di blogger senza frontiere (BSF), il blog che ho curato per Blogosfere. Rispetto a BSF però questo blog ha l'obiettivo non solo di raccogliere le voci di chi vive in un paese dove è limitato la libertà di stampa, ma soprattutto di raccontare come il web 2.0 impatta nei paesi in via di sviluppo e, ancora, come queste tecnologie permettono a chi fino a poco tempo fa non poteva e non sapeva come farsi sentire, di esprimersi.
Parlerò quindi di persone, di paesi, di cambiamento, di ottimismo e anche di felicità.
Quella felicità intesa come la intende Luca De Biase nel suo libro "Economia della felicità" che sintetizza bene quello che secondo me offre la rete in questo momento: democrazia, opportunità, altruismo (come dice De Biase la gente dona il suo tempo e le sue conoscenze agli altri attraverso la rete) e sono sicura che tutto questo parlare, condividere, e sentire non potrà che portare a qualcosa di buono. Un segnale di forte cambiamento e di ottimismo in un mondo che, invece, sembra sempre più essere dominato da problemi e paure.
Il mondo 2.0 quindi non è il mondo che vorrei ma il mondo che credo sia già in essere. Proverò attraverso questo blog a raccontarlo.